Storage sul cloud

Introduzione

La conservazione dei dati è divenuta oggi di prioritaria importanza. Tutto ormai è stato trasformato in un file, vedi bollette delle utenze, estratti conto, documentazione ormai non più cartacea che ci si scambia via mail.

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Tutto ciò è molto positivo perché con la dematerializzazione dei documenti si evita di sprecare la carta e l’archiviazione è più agevole sui dischi dei PC. Qual è però l’aspetto non dico negativo, ma al quale porre un’attenzione particolare: è la conservazione sicura di questi dati.

Logo di Google Drive

Cosa si intende per conservazione sicura:

ormai gli attacchi informatici sempre più frequenti e sempre più insidiosi minano tra l’altro, la sicurezza dei nostri dati, tra questi includerei le foto digitali.

Si immagini l’importanza che ricopre l’archivio delle foto, ricordi di una vita.

La prima soluzione che viene in mente è quella di acquistare un hard-disk portatile, collegabile via USB al PC sul quale copiare tutti i nostri dati.

Già questa è una prima soluzione, valida alternativa al salvataggio dei dati sul disco fisso del PC. Il disco del PC sul quale si lavora non è una sicura locazione dei nostri dati, perché si è soggetti ad accidentali cancellazioni, fino ad arrivare a malware, in particolare i ransonware, che criptano tutti i dati dell’utente, con conseguente perdita totale dei dati.

Pertanto quale soluzione può considerarsi ottimale per la salvaguardia dei dati, sicuramente è fare più copie degli stessi, oppure utilizzare soluzioni di cloud storage offerto da vari servizi quali Google Drive, DropBox, OneDrive, ecc.

Si passa dunque ad illustrare il funzionamento di questi software che hanno come unico denominatore quello di salvare i dati su di uno spazio sul cloud criptato, il cui accesso è riservato al solo utente proprietario dei dati.

Il funzionamento delle varie piattaforme è simile, per tutte va installata un’applicazione, vanno inserite le relative credenziali, dopo di che si collocherà nella system trai una icona che rappresenta l’applicazione.

I dati saranno inseriti, a seconda della tipologia, in una cartella specifica in quella dell’utente, mentre Google Drive aggiunge una nuova unità G in Questo PC.

L’aspetto positivo è che i dati inseriti in questi drive sul cloud non occupano spazio sul disco fisso del PC. Google drive aggiunge una nuova unità, mentre per gli altri mostreranno, nelle relative cartelle, solo i nomi dei file, che se si volessero usare li scaricherebbero al momento. Ovvio che in ognuno di essi è possibile decidere che determinati files siano sempre presenti sul disco fisso del PC.

Qual è lo spazio offerto dai cloud?

Lo spazio offerto varia a seconda della tipologia di account. Google drive offre 15 Gb sulle caselle email standard mail.com, Dropbox offre uno spazio gratuito iniziale di 2 Gb, One drive 5 Gb. Se si necessitasse di spazio aggiuntivo va acquistato.

Perché queste soluzioni sono da preferire agli altri metodi di storage:

si prenda ad esempio Google Drive, tutti i files in esso memorizzati hanno la copia delle versioni precedenti dello stesso.

Per esempio, si sta scrivendo un documento, lo si inserisce nello spazio di Google Drive, supponiamo per errore si dovesse cancellare una parte del documento ed erroneamente viene salvato, niente paura, basta premere il menù contestuale sul file e si da invio su “Gestisci versioni”, si aprirà una cartella con l’elenco dei file relativi ai salvataggi fatti in passato, pertanto si potrà risalire alla copia del file che interessa; tutto ciò non si sarebbe potuto fare se si fosse salvato il file sul disco fisso del PC.

Conclusione con un consiglio:

non si deve mai sottovalutare la sicurezza dei propri dati, non pensare mai “proprio a me deve succedere”, perché poi se succedesse il danno è irreparabile, ma gli strumenti per evitare che ciò avvenga ci sono e sono alla portata di tutti.