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Civitavecchia (porto)
11 novembre 2022
Ore: 06:14
Marta, spintonando un po’ di qua e un po’ di là, riuscì a conquistarsi un angolino sul ponte a poppa. Scrutava attenta nella banchina sottostante, sperava da lassù di riconoscere il suo collega. Da tre anni lo vedeva tutti i giorni dietro a un monitor. Metà busto, un bell’uomo per i suoi standard, eppure la consapevolezza che dopo tanto tempo lo avrebbe incontrato di persona, le dava due sensazioni contrastanti, il timore che quello non fosse esattamente come lei lo conosceva. Percepiva inoltre una seconda emozione, alquanto imprevista, che la disorientava, un senso di familiarità con lui che viveva a cinquecento chilometri da casa sua. E nella vita reale mai si erano incontrati, tutto un rapporto virtuale il loro. Come se Lucio lei lo conoscesse da sempre. In una parte della sua coscienza Marta era ben certa lui fosse esattamente come lei ritenesse che fosse: “Mi sto plagiando la mente. Sono io che me lo aspetto come voglio che sia”, provò a convincersi ossessionata da quei pensieri. E si era passata tutta la notte nella cabina a tormentarsi, chi era davvero Lucio? Come passava le sue giornate, i suoi hobby, chissà se leggeva libri, ma poi cosa leggeva, magari quello preferiva la televisione: “Ma perché non dormo come tutti in questa cavolo di nave? Poche ore e queste risposte le avrò senza dovermi rimbambire tanto”, e si era girata e rigirata decine di volte con lo stesso quesito insensato: “Ma io lo so bene chi è e com’è! Perché diavolo continuo a chiedermelo? Ma poi…ci devo andare a una cena aziendale, mica devo sposarmelo?”, provò un brivido ghiacciato percorrerle la schiena.
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